Sindrome del Savant

Introduzione

La sindrome dell’idiot savant, una delle contraddizioni e condizioni mediche più affascinanti nel campo della psichiatria e a tutt’oggi una delle più oscure.
Lo stridente contrasto tra l’inabilità degli affetti di gestire operazioni semplici come anche solo l’allacciarsi le scarpe senza aiuto e la capacità di ricordare con precisione sconcertante fatti ed eventi distanti anni interi non cessa mai di sorprendere ed affascinare, e stimolare gli scienziati a capirne di più.

Terminologia

Derivante il suo nome dal francese e tradotto anche come “savantismo“, il termine è stato utilizzato per la prima volta per riferirsi a questo disturbo nel 1887 dal celebre John Langley Down, il medico che da per primo ricercato la sindrome che prende il suo nome.
“Idiot savant” è stato in epoche successive considerato un nome inadatto, siccome non tutti i casi riportati si conformavano alla denominazione di “idiota”, in origine usata per indicare una persona con severi disturbi dell’apprendimento; allo stesso modo, il termine “autistic savant” era usato impropriamente come una descrizione per questo disturbo in quanto, in epoche successive, studi hanno dimostrato che solo la metà dei pazienti autistici erano anche savants; così, per amore di precisione e correttezza nei confronti degli affetti, si arriva al termine odierno ufficiale “sindrome del savant”.

Di cosa si tratta?

Sindrome del SavantLa sindrome del savant è una condizione psichiatrica in cui una persona dimostra una o più capacità di gran lunga superiori alla norma, ma allo stesso tempo presenta anche gravi deficit in altre abilità cerebrali; gli esempi più lampanti di questa sindrome sono dati da individui che, pur avendo punteggi pessimi nei test del quoziente intellettivo, sfoggiano comunque strabilianti capacità altrove, come l’ipercalculia (calcolo rapidissimo), la memoria, l’abilità musicale o anche l’arte.
Le persone affette dalla sindrome del savant possono soffrire di disturbi nello sviluppo neurale, in particolare disturbi di stampo simile all’autismo (e in questo caso ci riferisce ad essi col nome di “autistici sapienti”) oppure danni cerebrali; si parla invece di “sindrome del savant acquisita” quando l’individuo acquisisce queste prodigiose capacità in seguito a demenza, traumi cranici o concussioni, epilessie oppure altri disturbi cerebrali.
Questo secondo caso è molto più raro della già rara sindrome, però – uno studio del 2010 ha dimostrato che su 319 savant, solo 32 hanno acquisito così le loro capacità.

Tipici sintomi

Le abilità dei savant sono perlopiù concentrate in cinque aree, come già menzionato: arte, memoria, aritmetica, musica e abilità spaziali.
Il tipo più comune di savant è il cosiddetto “calendaric“, o “calendario”, in grado di calcolare il giorno della settimana di qualunque data con incredibile velocità e precisione, e ricordare anche dettagli specifici di quelle date – e in effetti, “memoria” è la parola chiave al centro di questa sindrome e del perché gli affetti possiedono queste abilità.
Circa la metà dei savant sono autistici, e l’altra metà invece possiede una qualche forma di danno o malattia al sistema nervoso centrale; la correlazione tra autismo e sindrome è però assai ridotta, con solo un misero 10% di soggetti autistici in possesso di abilità da savant.

Tipiche cause

A tutt’oggi un terreno di acceso dibattito, la teoria prevalente sull’insorgere della sindrome del savant la attribuisce ad una lesione dell’emisfero sinistro che vada a coinvolgere buona parte delle aree cerebrali circostanti e l’area di Wernicke in particolare.

Il perché di quell’area è presto detto – è quella più collegata alla memoria, all’elaborazione di schemi ripetitivi e alla compresione delle informazioni giunte dall’esterno – e tenendo in considerazione ciò, un suo malfunzionamento può spiegare come qureste persone non riescano a capacitarsi delle normali azioni quotidiane o comprendere appieno le enormi complessità del mondo che le circondano, salvo per quelle informazioni che invece riescono ad assorbire.
L’origine delle capacità dei savant è probabilmente da ricondurre, di nuovo, a questo fatto – il cervello compenserebbe la perdita parziale di operatività dell’emisfero sinistro deviando il carico di ‘lavoro’ verso quello destro, differente per funzionamento rispetto all’altro e privilegiante invece attività mnemoniche più basate sull’espressione che sull’analisi.
Questo scambio di ruoli, tuttavia, non è ancora ben documentato ed è oggetti di studi – il modo in cui avvenga questo trasferimento e in che misura è ancora un mistero, ma le aree in cui i savant eccellono sembrano corroborare la tesi.

Quanto a ciò che determina l’insorgere stesso della sindrome, e la sua prevalenza nel sesso maschile rispetto a quello femminile (al punto di avere una savant femmina ogni sei maschi), è da ricercarsi prima di tutto in ciò che possa aver causato lesioni cerebrali.
Teorie più recenti suggeriscono che le cause possano attribuirsi anche ad eccessi di testosterone durante la vita del feto, eccessi capaci di generare effetti simili a quelli della sindrome (spiegando così la sproporzione tra i sessi); altre teorie invece suggeriscono che si tratti di ictus oppure malattie neurodegenerative che intaccano l’emisfero cerebrale sinistro, e qui i ricercatori hanno avuto modo di assistere al ‘trasferimento’ di funzioni da emisfero ad emisfero, riuscendo addirittura a sanare in parte il deficit.

In sintesi

La ricerca sulla sindrome del savant ha fatto notevoli progressi, ma sono ancora moltissime le aree grigie e le incertezze; ciò che è rimane certo è l’effetto prodigioso e suggestivo che ha sulle menti degli affetti, donando loro capacità mnemomiche ben al di fuori della norma e consentendo loro di eseguire operazioni legate ad esse con la facilità e la naturalezza di un computer, al costo della loro incapacità di elaborare anche le più semplici situazioni della vita comune.